Antologia Rocchigiana
Raccolta di racconti, scritti, pensieri e testi di autori dell’Altipiano
Articoli
VACANZE NEL SIRENTE
di Lorenzo Camusso
In “Le vie d’Italia – mensile del Touring Club Italiano – nr. 9 settembre 1947
Campi di grano ove, fra gli steli, scorgi infiniti sassi e i grandi prati tagliati da poco, poi ai margini dell’altopiano le lenticchie e le patate fin dentro a mordere la macchia, e più su il bosco di roveri e faggi sulle pendici dei monti; in alto le cime arrotondate e pietrose, nel mezzo della strada bianca a brevi rettilinei e le nuvole di polvere sollevate dagli autocarri.
Così vedemmo l’altopiano, nel primo luglio, quando la corriera ansimando ne valicò l’orlo fra le pen-dici estreme dei gruppi del Velino e del Sirente. Poi scorgemmo i paesi addensati sui declivi di piccoli colli con le abitazioni tutte uguali, come fossero una sull’altra, con gli intonaci di bei color d’ocra. Nei paesi scoprimmo ricordi antichi di rustici portali o di piccole finestre incorniciate, pur belli per la sa-porosa versione dialettale di classici modi.
Rocca di Cambio ( m.1434), Rocca di Mezzo ( m. 1329), poi sulla strozzatura dell’altopiano, tra un costone che discende dal Monte Canelle e le pendici boscose della Mandra Murata, Rovere (m. 1353), come gli altri paesi aggrappato e denso, ma forse più degli altri sapido di arcadica civiltà….
Racconti
LE FESTE
di Mario Arpea, tratto da “La strada del ritorno – Edizioni dell’Altipiano 1971
Le feste, grandi e piccole, si celebravano quasi tutte in estate e cominciavano con S. Leu-cio che coincideva con l’inizio delle vacanze ed era antici-pata di una settimana solo da S. Lu-cia. Poiché que-sta santa era molto venerata, quel giorno le strade dell’Altipiano erano percorse fin dall’alba da lunghe teorie di carri provenienti dalla Marsica. Fino a sera, poi, intorno al san-tuario, ardevano fuochi e si arrostivano carni per il tradizionale “cerriglio”…
Articoli
L'ASSEDIO DI BRACCIO FORTEBRACCIO
di Mario Arpea tratto dal libro “Roccadimezzo e l’Altipiano” – Japadre editore 1999
Le milizie di Braccio Fortebraccio, assalirono i paesi dell’Altipiano il 26 luglio 1423, circa tre mesi dopo che il condottiero perugino era entrato in Abruzzo con il segreto disegno di impadronirsi dell’Aquila.
Nei primi anni del ‘400, Roccadimezzo contava un migliaio di abitanti ed era il più popoloso dei castelli del contado aquilano, insieme a Paganica, Pizzoli e Lucoli, che la seguivano per numero di fuochi.
La consistente dimensione demografica dei suddetti centri (ognuno forte di circa duecento famiglie, per l’epoca non poche) era sostenuta dal favorevole andamento delle attività armentizie, che le “Arti” del capoluogo s’incaricavano di valorizzare ricavandone a loro volta lucrosi vantaggi mercé la lavorazione della lana e delle pelli.
Articoli
LA CHIESA DI S. PIETRO DE VINIALIBUS IN BARILE
di Gustavo Rosa pubblicato su L’ALTIPIANO, maggio-agosto 1970
Esisteva questa chiesa nella parte orientale di quel verde e fertile pianoro ove un tempo fu Barile e che io minuziosamente descrissi allorché principiai a parlare dell’omonimo castello…….
……. É da supporre che la chiesa di S. Pietro in Vinialibus dovette essere seriamente danneggiata dai terremoti degli 1456 e 1461 per la qual cosa gli abitanti della Fonte ritennero più utile trasformare a parrocchia la comitale cappella di S. Maria della Grazie «intra moenia» anziché riparare l’antica S. Pietro…….
Saggi
Vita di san Leucio vescovo
Storia di S. Leucio vescovo protettore di Rocca di Mezzo a cura di Don Pasquale Cocciante tratto dal volume “Linee per una storia dell’Altipiano di Roccadimezzo“ di Mario Arpea edizioni CETI 1964
Vita di San Leucio vescovo protettore di Rocca Di Mezzo estratta dal Santuario Capuano, dal Baronio dell’Aquila e dai Bollandisti da Don Pasquale Cocciante nel 1899
Racconti
il santuario di santa lucia
Racconto tratto da “ I giorni dell’Altipiano“ di Mario Arpea edizioni dell’Usignolo 1986
Quanto lontana e nascosta era la chiesa della Trinità, così — vicina e visibile — era (ed è) quella di Santa Lucia.
Negli anni addietro, qualcuno vi ha eretto accanto due o tre fabbricati rurali, ma io me la ricordo isolata, su una delle pensili alture che chiudono a settentrione il tenimento delle Prata.
Ancor oggi,……..
Racconti
venerdì santo
Racconto tratto da “ La strada del ritorno“ di Mario Arpea edizioni dell’Altipiano 1971 e ripubblicato in “Ritorno ai paesi” di Mario Arpea a cura di Luigi De Julis – Japadre editore 1974.
Al sepolcro, da oltre due secoli, il Capitolo aveva destinato quell’ala della Chiesa madre che qual-che anno fa è stata abbattuta per dare più spazio alla facciata e che era buia, umida e ingombra; ma più buia diventava durante la settimana di passione. . Là dentro, il simulacro del Cristo morto, vegliato dalla patetica statua dell’Addolorata……
Poesie
Pasqua da quando ero ragazzo in poi
Poesia inedita di Lino Benedetti.
Ricordo la Pasqua di quando ero bambino
ed il cambiamento abissale or che sono nonnino
la veglia notturna di giovedì santo, venerdì la processione
gli altari in chiesa tutti scompigliati per l’occasione.
Ricordo la grande partecipazione dei Rocchigiani
le due confraternite dei bianchi e rossi degli anziani
precedevano la processione due giovani con la ticchi tocca
dato che le campane sono ferme, la resurrezione le sblocca……
Poesie
Pumpusina
Poesia di Orfeo Vincenzo Scoccia.
Pubblicata su L’Eco di San Laucio e su L’Altipiano
Mo t’hanne recacciate “Pumpusina”
Che belle soprannome ‘nduvinate.!
Fore si ‘linda e pinta, Signorina,
Ma lu vestite sotte è ‘nzarzalate.
Saggi
Il senso della memoria
Riflessione del Professor Mario Arpea tratto dal libro “Lo spirito dei luoghi. Paesaggi con persone”
Ogni territorio possiede un patrimonio di bellezze artistiche, culturali, ambientali unico; che può essere più o meno grande e prezioso, ma che esprime comunque 1’anima dei luoghi e ne caratterizza l’identità…….
Racconti
Un inverno di tanti anni fa
Racconto del Prof. Mario Arpea tratto dal libro “I giorni dell’Altipiano”.
Non ho visto mai più tanti uomini insieme – nei nostri spopolati borghi montani – da quell’inverno di sessant’anni fa.
Ai soli abitanti stagionali – vecchi, donne e bambini – s’erano aggiunti i reduci che alla spicciolata avevano potuto riguadagnare la casa dopo lo sfacelo per il fermo di ogni sorta di lavoro, qualche soldatino sbandato, speranzoso di varcare le linee per ricongiungersi alla famiglia separata e uno straordinario miscuglio di sfollati, internati, rifugiati di diversa estrazione origini e credenza religiosa. accomunati dal caso lassù. Attorno a quell’inedito mosaico. capricciosamente composto dalla guerra, una stagione particolarmente cruda aveva avvolto come un velo di ghiaccio, tutto increspato d’ansie, d’angosce e di paure…….